Panel: Lo spettro del lusso nell’Europa del XVIII secolo

Autore del rapporto
Laura
Bernasconi
Università di Friborgo
Citation: Bernasconi Laura: « Panel: Lo spettro del lusso nell’Europa del XVIII secolo », infoclio.ch Tagungsberichte, 15.07.2019. En ligne: <https://www.doi.org/10.13098/infoclio.ch-tb-0207>, consulté le 13.10.2024

Organizzatore : Damiano Bardelli
Relatori: Damiano Bardelli, Aris Della Fontana, Lina Weber

Resoconto in versione PDF


Il pannello organizzato da DAMIANO BARDELLI ha offerto tre contribuzioni riguardanti i dibattiti che avvengono nell’Europa del XVIII secolo sulla questione delle ricchezze prodotte dal commercio e dei pericoli sociali e morali che esse comportano. La prima presentazione, basata sugli scritti di Fénelon, tratta del commercio in Francia all’inizio del XVIII secolo. Segue uno studio sulla posizione dei sapienti olandesi sulla situazione economica, sociale e politica del loro paese nella seconda metà del XVIII secolo. Il pannello si conclude con una presentazione sulla problematica del lusso nel Canton Vaud alla fine del XVIII secolo, studiata dal punto di vista della Società letteraria di Losanna.

All’inizio del XVIII secolo Fénelon1 redige due scritti: Les Aventures de Télémaque e Tables de Chalunes. La riflessione su queste due opere è presentata da ARIS DELLA FONTANA. Il relatore propone un’analisi di questi due testi che dimostrando un legame evolutivo nel pensiero socio-economico di Fénelon. Les Aventures de Télémaque considerano l’agricoltura come unica fonte di base per il reddito di una nazione e l’unica forma economica che permetta la felicità. Fénelon auspica un equilibrio, che può essere raggiunto solo tramite la coltivazione delle terre. Secondo lui il commercio e la differenziazione del lavoro portano al consumerismo che genera disuguaglianze e invidia. Solo con una struttura economica basta sull’agricoltura si possono mantenere le gerarchie sociali, che sono alla base di una società stabile. Nelle Tables de Chalunes, si trovano ugualmente delle riflessioni sull’importanza del mantenimento delle gerarchie sociali e della nobiltà, ma viene inoltre presentata un’opinione economica differente che non si basa esclusivamente su un approccio agricolo e che dimostra l’importanza di avere dei partener commerciali internazionali. I due testi sono diversi, ma in tutti e due si legge l’importanza di mantenere una gerarchia sociale per prevenire la corruzione morale. In questa diversità di posizione traspare la flessibilità intellettuale, il pragmatismo e la maturità politica di Fénelon. L’autore aveva capito l’importanza del commercio che avrebbe permesso alla Francia di vendere il surplus alle altre nazioni e di prosperare, ma allo stesso tempo vedeva i pericoli dell’eccesso del lusso, generato da una civiltà che si muoveva troppo velocemente, e che avrebbe generato disuguaglianze, intensificato le rivalità tra la popolazione e indebolito la nazione. I due testi mostrano inoltre la difficoltà di inserire dei valori cristiani all’interno dell’attività politica ed economica di una nazione.

Nella seconda metà del XVIII secolo l’Olanda vive un momento di crisi socio-economica, che porta i sapienti a riflettere sulle questioni morali legate al lusso e al commercio. LINA WEBER propone di mettere in relazione due scuole di pensiero: presenta l’opinione di Isacco de Pinto2 ed Elias Luzac3 e la contrappone al pensiero dei cosiddetti «patrioti economici ». In particolare osserva le deposizioni di questi ultimi, pubblicate nei giornali economici, come l’Oeconomische Tak (1778), De Vaderlander (1775-1778), De Borger (1778-1780).

Isacco Pinto ed Elias Luzac hanno un approccio che si riferisce al lusso. Può portare il benessere alla popolazione, ma non si deve eccedere. Lo vedono come un derivato finanziario del surplus del commercio a distanza. I patrioti economici insieme ai Reniters4 vorrebbero invece una riforma economica che mettesse al centro l’agricoltura e i prodotti locali per risollevare le sorti della repubblica olandese. I patrioti economici lottano per un’economia che non si basi solo sul commercio.

Lina Weber mostra come le due scuole di pensiero vedano nel mercato una possibile salvezza. Comprendono entrambi che il commercio è fondamentale per la difesa e che la spontaneità commerciale permette all’Olanda di arricchirsi, ma hanno opinioni differenti sui mezzi e sui fini. Il giusto uso del lusso avrebbe permesso l’arricchimento, ma il rischio, secondo i patrioti economici, era quello di investire male il surplus. Secondo Isaac Pinto ed Elias Luzac il commercio era fondamentale, ma era necessario stabilire delle tasse per la merce esportata e investire il capitale tramite dei contratti finanziari con le grandi potenze commerciali, come Francia e Regno Unito. Una problematica sollevata da Lina Weber è il forte legame che l’Olanda aveva con queste due nazioni. Francia e Regno Unito controllavano una grossa fetta del commercio dell’Olanda e di conseguenza ne influenzavano le decisioni. Segno di questa dipendenza, anche le correnti di pensiero legate al lusso seguivano le riflessioni nate in quelle due nazioni. Le élite olandesi sono molto critiche nei confronti di questo legame e vorrebbero raggiungere una loro libertà politica.

Verso la fine del XVIII secolo, anche la Svizzera, in particolare l’attuale Canton Vaud, vive una crisi morale legata al lusso, come spiega DAMIANO BARDELLI. Il punto centrale della presentazione è la riforma del lusso vodese che nasce da una preoccupazione socio-economica all’interno della regione. La Società letteraria di Losanna, attiva tra il 1772 e il 1783 e creata in un clima di effervescenza intellettuale, propone delle riflessioni sulla questione. Bardelli analizza la situazione vodese attraverso i processi verbali delle riunioni della società, e in particolare delle opinioni di Victor de Saussure5, Othon-Guillaume Struve6 e François Verdeil7. Il dibattito gira attorno all’affidabilità dell’agricoltura che si scontra con la natura effimera del lusso. L’economia vodese si basa allora quasi esclusivamente sull’agricoltura, mentre nei paesi limitrofi si sviluppa un commercio legato all’artigianato. Nonostante si tratti di un sistema economico poco sviluppato, emerge comunque una società di consumo che porta con sé la paura del lusso. Bardelli illustra come la questione viene affrontata dalla Società letteraria di Losanna, mostrando l’approccio che i sapienti usano per venir a capo della problematica. Fin da subito è chiaro che il commercio porta al lusso e di conseguenza ad un cambiamento socio-economico. Questo porterebbe solamente inuguaglianza e invidia tra i vodesi che arriverebbero a indebitarsi per permettersi le stesse ricchezze degli altri, portando scompiglio e infelicità all’interno della regione.

Bardelli spiega che nonostante le riflessioni contrarie al lusso esistono, all’interno della Società letteraria di Losanna, differenti opinioni sulla questione. Nonostante la negatività, alcuni sapienti si rendono conto che il commercio può giovare all’ampliamento dell’agricoltura. L’importante è mantenere la gerarchia sociale e l’uguaglianza tra i vodesi, per evitare l’infelicità. Altri invece sono dell’opinione che il commercio sia fatale per l’economia e porterebbe una scorretta ripartizione delle ricchezze e di conseguenza alla distruzione dell’ordine politico.
Per la Società letteraria di Losanna, il lusso non è esclusivamente una questione morale legata al vizio, ma coinvolge anche il divenire economico e sociale della regione.

I tre interventi hanno permesso di avere un’ottima visione d’insieme sul pensiero del lusso nel XVIII secolo, toccando elementi politici, economici, sociali e morali. Si è potuto capire le differenze fra le grandi potenze sulla questione del lusso, ma allo stesso tempo è emerso che ogni regione è soggetta allo stesso tipo di problema morale ed economico. Si trattava anche di un soggetto di riflessione che ha portato i sapienti dell’epoca a pensare a delle riforme che avrebbero permesso delle innovazioni nel campo economico e sociale. Si può affermare che queste riflessioni sul lusso hanno avuto un impatto sull’evoluzione della società, come è stato illustrato dalle presentazioni.



Note:

1 Sposato, Maria Teresa: Fénélon, François de Soulignac de la Mothe, Encilopedia Treccani, 1932, www.treccani.it", Consultato il: 14.7.2019.

2 Isaac de Pinto, Wikipedia, https://en.wikipedia.org/, Consultato il: 14.7.2019.

3 Elie Luzac, Wikipedia, https://en.wikipedia.org/, Consultato il: 14.7.2019.

4 Rentiers: deriva da grandi proprietari terrieri e sono coloro che vivono di rendita grazie ai loro possedimenti; redditiere.

5 Bisseger, Paul: Victor de Saussure, Dictionnaire historique de la Suisse, 2009, https://hls-dhs-dss.ch/, Consultato il: 14.7.2019.

6 Suadan, Guy: Henri Struve, Dictionnaire historique de la Suisse, 2011, https://hls-dhs-dss.ch/, Consultato il: 14.7.2019.

7 Eggler, Jean-Jacques Eggler: François Verdeil, Dictionnaire historique de la Suisse, 2011, https://hls-dhs-dss.ch/, Consultato il: 14.7.2019.


Descrizione del panel:

Della Fontana, Aris: Fénelon’s coneption of luxury. Looking for an “heureuse et élégante simplicité”

Weber, Lina : Luxus als Gefahr für die Handels republik

Bardelli, Damiano: Comment conserver l’”heureuse médiocrité” d’une republique agraire? Luxe et développement économique dans les debats de réformes au Pays de Vaud.



Questo resoconto fa parte della documentazione infoclio.ch del 5. Congresso svizzero di scienze storiche.

Manifestazione
5. Congresso svizzero di scienze storiche
Organizzato da
Società svizzera di storia e Università di Zurigo
Data della manifestazione
Luogo
Zürich
Lingua
Italiano
Report type
Conference